Newsletter n. 10

a cura di Federico Esu

Ciao,

Spero stia bene e stia affrontando l’autunno nel migliore dei modi.

Ti scrivo per condividere con te alcune cose.

Podcast ITACA

Innanzitutto, il podcast ITACA e’ tornato con l’episodio n. 62!

Ecco un breve teaser.

Che sensazione si prova a costruirsi una vita e mettere radici in tre Paesi diversi come la Spagna, il Regno Unito e la Svezia (che si aggiungono cosi’ al proprio luogo di provenienza)? Ma soprattutto, che effetto fa “giocare al LEGO” con gli atomi per capire come sono organizzate e strutturate le proteine? Queste sono solo alcune delle curiosità che mi sono sorte quando ho conosciuto Marta Carroni, l’ospite di questo episodio di ITACA. Marta vive a Stoccolma, dove dirige il laboratorio che si occupa appunto dell’osservazione microscopica di cellule e molecole. Proprio per il suo contributo e la sua ricerca in questo campo, e per le sue attività di insegnamento ad altri ricercatori, Marta ha ricevuto vari riconoscimenti internazionali. Un sorriso ed un energia contagiosi, ammetto che Marta mi ha fatto scendere un brivido lungo la schiena quando mi ha detto “la prossima pandemia sara’ batterica”. Abbiamo anche parlato, tra le altre cose, del potere del caso, di “tempo perso”, di appropriamento culturale, e di amicizia.

Puoi ascoltare l’intero episodio su tutte le principali piattaforme e sulla sezione dedicata del sito NODI.

Le parole sono importanti

Lo scorso 13 novembre, ho partecipato ad un evento organizzato da Confindustria Sardegna Centrale e dalla Camera di Commercio di Nuoro dal titolo: “Che Impresa! Fare Impresa – Capitale umano e innovazione, sfide per la crescita”.

La partecipazione a questo evento mi ha offerto l’opportunità di esplorare ulteriormente le dinamiche relative all’attrazione e al ritorno dei talenti sardi nell’isola.

Nel mio intervento, ho voluto porre l’accento sul capitale umano della Sardegna e sull’importanza di unire le competenze per creare progetti tangibili, con particolare riferimento al podcast ITACA e al progetto NODI, entrambi finalizzati a valorizzare questo patrimonio e a ricucire il tessuto sociale della Sardegna (ne ho parlato da poco anche su NEMESIS Magazine).

Uno dei punti che ho toccato riguarda il linguaggio che utilizziamo in questi ambiti.

In Palombella Rossa, Nanni Moretti diceva che “Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”

Quindi vorrei condividere con te alcune riflessioni (secondo me) importanti sul linguaggio che adottiamo e sulle prospettive che delineiamo riguardo alla partenza da un luogo, come la Sardegna, e il suo impatto sulle persone e sulla comunità.

Uso di un linguaggio più inclusivo

È tempo di abbandonare il termine cervelli in favore di un vocabolario più inclusivo. A parte fomentare divisioni tra chi parte e chi resta (questi ultimi dovrebbero indirettamente considerasi come non-cervelli in quanto non-partiti?), parlare di cervelli non riflette la realta’ delle cose. Parliamo di competenze, talenti e capacità (manuali e intellettuali), perché queste arricchiscono il patrimonio umano di qualsiasi luogo, superando divisioni e connotazioni escludenti.

Ridefinire la partenza

Il concetto di fuga non rispecchia più la realtà. Chi parte oggi lo fa per acquisire esperienze e non necessariamente con l’intenzione di non tornare. Molti mantengono un forte legame con il luogo d’origine, pur essendo lontani.

Nuovi emigrati, nuovo coinvolgimento

Gli emigrati di oggi mantengono un legame attivo con la Sardegna grazie agli strumenti digitali, al lavoro remoto, e ai trasporti (lo so, lo so, ci sarebbe da aprire un dibattito su questo). Non sono più emigrati nel senso tradizionale ma continuano a contribuire in modi diversi alla vita dell’isola. Certo, purtroppo questo non basta a farci sentire parte attiva perché, affinche’ questo accada, e’ importante che sull’isola ci sia l’altra sponda su cui poggiare il ponte tra i tanti di noi fuori e i tanti in Sardegna (con ITACA e NODI stiamo costruendo sia il ponte che le sponde!).

Essere “diversamente presenti”

Questa espressione, che ho letto nell’ultimo rapporto Migrantes, riflette la realtà di molti di noi. Restiamo connessi all’isola in modo differente rispetto a chi ci vive, ma ciò non limita la nostra capacità e volontà di contribuire.

Diversità generazionale

Il dialogo inclusivo non dovrebbe riguardare solo i giovani (che, da quello che sto vedendo, dovrebbero comunque essere maggiormente rappresentati e ascoltati negli eventi), ma anche coloro che dopo anni all’estero desiderano tornare in Sardegna per creare valore investendo i loro capitali o attraverso iniziative imprenditoriali che darebbero lavoro ai giovani diplomati o laureati. L’esperienza accumulata può essere un’opportunità preziosa per la comunità.

Attrarre Famiglie e Imprese

Dovremmo considerare come attrarre non solo individui, ma anche famiglie (sempre più multiculturali, multinazionali, e arcobaleno) e imprese. Queste ultime giocano un ruolo chiave nella rigenerazione economica di un luogo e sono fondamentali per il suo sviluppo.

Linguaggio e prospettive positive

Dovremmo evitare di parlare di trattenere le persone. Nessuno dovrebbe sentirsi trattenuto in un luogo. Tanto meno in Europa, dove vige il principio della libera circolazione delle persone, ma anche oltre. Ben venga la voglia di viaggiare e passare periodi (brevi o lunghi) fuori dai confini dell’isola per apprendere e crescere. Dovremmo piuttosto concentrarci su come rendere la Sardegna un luogo attraente. Creare le condizioni che suscitino interesse e desiderio di contribuire attivamente alla sua crescita economica e sociale.

Funziona come nelle relazioni (sane). E come mi piace spesso dire, per essere interessanti bisogna essere interessati. Vale lo stesso per un luogo. Se quest’ultimo si mostra interessato al suo capitale umano e sociale, se si mostra aperto a conoscere quello che accade dentro e fuori i suoi confini, se si preoccupa di creare le condizioni ideali per essere scelto come luogo per mettere radici, se vuole coinvolgere e ascoltare i suoi talenti che tanto ha investito nel formare, e se ha una visione chiara di cosa vuole diventare da grande, finisce per giocarsela con tanti altri luoghi apparentemente più sexy ma non necessariamente rispecchianti i valori e le priorita’ di molti.

Il cambiamento inizia dal modo in cui descriviamo e comprendiamo questi temi. È momento di adottare un linguaggio inclusivo e di abbracciare prospettive che valorizzino i diversi contributi di chiunque si identifichi con la Sardegna, indipendentemente da dove si trova.

Intelligenza Artificiale e Informazione

Vorrei segnalarti che, nei giorni scorsi, un NODO della nostra rete di ITACA, Enrico Santus (episodio n. 56) si e’ connesso da New York per dialogare con Nicola Scano durante una puntata di Radar, su Videolina. Enrico, che e’ responsabile del dipartimento di Human Computation presso Bloomberg, ha parlato di informazione e intelligenza artificiale. Temi importanti per il presente e il futuro del mondo in cui viviamo.

Qui il link alla puntata, con l’intervento di Enrico dal minuto 36 circa.

Buona visione e buon ascolto.

Infine, continua a seguire NODI e ITACA perché presto arriveranno novità.

Se hai trovato questa newsletter di ispirazione, inoltrala pure ai tuoi contatti invitandoli ad iscriversi a loro volta. Ti ringrazio!

Intanto grazie per la lettura e a presto,

Federico

 

P.S.: Non dimenticare che puoi seguire il podcast ITACA su tutte le principali piattaforme, oppure direttamente dal sito NODI nella sezione dedicata (con tutti gli episodi e una mappa interattiva!).