"Ri-POPoliamo: connettere, attrarre, rigenerare"
Report dell'evento
a cura di Federico Esu
Contesto
Questo report riassume i contributi chiave emersi durante l’evento “Ri-POPoliamo: connettere, attrarre, rigenerare” tenutosi domenica, 21 maggio 2023 all’interno della cornice suggestiva dell’Agriturismo Campidarte, ad Ussana.
Organizzato da Federico Esu, Matteo Careddu, Michele Collu, Federich Romby, e Gian Marco Solas, l’evento ha voluto riunire per la prima volta i diversi “compartimenti” del capitale umano e sociale della Sardegna: sardi/e nel mondo, sardi/e in Sardegna (in quanto rientrati/e o mai partiti/e), e le tante persone provenienti dal resto della penisola e dall’estero che hanno scelto, anche solo temporaneamente, la Sardegna come loro nuova casa.
L’obiettivo principale dell’evento era connettere le persone e creare un’occasione unica per dialogare, confrontarsi e partecipare attivamente alla rigenerazione della Sardegna. Si è concentrato sulla promozione della diversità e dell’inclusività in Sardegna, esplorando diverse prospettive e idee per creare un ambiente accogliente e aperto per persone provenienti da diverse esperienze e contesti.
L’evento è iniziato con un pranzo, durante il quale 80 persone hanno potuto iniziare a conoscersi e dialogare in modo informale. Nel pomeriggio, il collettivo artistico Maestrale ha esposto alcune opere dell’artista Lorenzo “Lollo” Polese ed effettuato un live painting, coinvolgendo anche i bambini presenti. Durante il dialogo, lo stesso Lollo Polese ha poi effettuato una sua opera digitale che rappresenta la sua interpretazione artistica dei contenuti.
Dalle 17:00 in poi si è tenuto il dialogo partecipativo, che gli organizzatori hanno aperto con i loro contributi spiegando che cosa li ha motivati ad organizzare l’evento e condividendo i loro punti di vista sulla base delle loro esperienze professionali e personali. La band KUTSO ha poi accompagnato con la sua musica la chiusura dell’evento.
Dialogo partecipativo
Connettere: Io (Federico) ho aperto il dialogo condividendo la mia esperienza con il podcast ITACA. Lanciato nel maggio 2021 da Bruxelles, dove vivo, ITACA va oltre la mera raccolta di storie e testimonianze. È un progetto che mira a creare connessioni umane profonde e autentiche tra le persone, colmando le distanze geografiche e culturali tra chi parte, chi resta, chi torna, e chi arriva per la prima volta in Sardegna.
Ho anche raccontato di come, episodio dopo episodio (55 ad oggi), ITACA sia diventata organicamente anche una rete internazionale e intergenerazionale di persone che, nonostante le distanze e i diversi percorsi professionali, hanno in comune il desiderio di appartenere, condividere, ascoltare, e dialogare.
Ho anche presentato ufficialmente il progetto NODI che, celebrando quanto avviato dal podcast ITACA, nasce con la missione principale di connettere il capitale umano e sociale della Sardegna per creare una comunità internazionale e intergenerazionale di grande valore e potenziale, in e per la Sardegna.
E mentre il podcast ITACA fa questo principalmente attraverso conversazioni profonde e stimolanti tra me e tanti ospiti che condividono le loro storie, NODI lo farà coordinando e abilitando tale comunità e diventandone il punto di riferimento, contribuendo all’emergere di una rete che valorizzi le conoscenze e le competenze dei suoi membri per promuovere le connessioni, l’apprendimento continuo, e l’impegno.
Connettere e cooperare: Federich, anche lui di base a Bruxelles, ha sottolineato il ruolo della Sardegna come hub che va al di là dei confini geografici. Ha esplorato le nuove frontiere di cooperazione per la Sardegna, evidenziando l’importanza di sviluppare relazioni e collaborazioni. Ha promosso un’apertura verso l’esterno e sottolineato l’importanza di superare la frammentazione per creare sempre più forme di cooperazione che contribuiscano allo sviluppo di una comunità (ad es. ITACA podcast, NODI, Sardiamo, e lo stesso evento “Ri-popoliamo”)
Attrarre: Michele, tornato in Sardegna qualche anno fa, ha presentato l’esperienza con Sardiamo, il suo servizio dedicato ad agevolare e supportare coloro che vorrebbero trasferirsi in Sardegna (lavoratori flessibili, sardi e non) attraverso l’utilizzo degli incentivi a disposizione e la semplificazione delle procedure. Ha condiviso le strategie adottate da Sardiamo per creare un ambiente favorevole all’insediamento di nuovi residenti e ha evidenziato l’importanza di fornire servizi e infrastrutture che agevolino la vita e il lavoro delle persone che scelgono di trasferirsi nell’isola.
Rigenerare: Gian Marco, che si divide tra la Sardegna e Amsterdam, e Matteo, che vive a Torino hanno presentato la prospettiva della rigenerazione delle economie locali. Hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere la comunità locale nel processo di rigenerazione economica, promuovendo l’innovazione, l’imprenditorialità e la collaborazione. Hanno evidenziato l’opportunità di creare un ambiente in cui le risorse locali vengano valorizzate e i talenti vengano sostenuti per favorire lo sviluppo sostenibile delle comunità.
Interventi dei partecipanti
I partecipanti sono stati invitati a condividere i loro punti di vista su come hanno interpretato l’energia e l’atmosfera dell’evento. Hanno condiviso quello che fanno o osservano, in Sardegna e fuori, e hanno discusso di fiducia, rigenerazione urbana, arte, comunità internazionali, laboratori di progresso, opportunità imprenditoriali e molto altro ancora. Di seguito sono riportati i principali punti emersi dagli interventi.
Fiducia e rapporti fiduciari: Andrea, ora di base a Lisbona, ha sottolineato l’importanza della fiducia e dei rapporti fiduciari come fondamentali per creare un ambiente di gentilezza e condivisione. Ha evidenziato la necessità di impegnarsi e dimostrare una continuità e affidabilità nelle azioni per instaurare fiducia reciproca.
Rigenerazione urbana su base culturale: Matteo, che vive a Cagliari, ha presentato l’argomento della rigenerazione urbana basata sulla cultura, evidenziando un progetto sperimentale all’Argentiera con Lo Stato dei Luoghi, dove architetti stanno lavorando con la comunità per autocostruire e migliorare gli spazi urbani. Ha sottolineato l’importanza della cura dei dettagli e del tempo necessario per realizzare cose di bellezza.
Inclusione e diversità: Alessia, che da Roma si è trasferita in Sardegna, ha sottolineato l’importanza dell’inclusione e della diversità, auspicando una maggiore rappresentanza delle donne. Ha proposto il concetto di “nuova sarda” per creare un ambiente in cui le persone si sentano parte integrante della comunità sarda.
Decrescita felice e opportunità imprenditoriali: Cosimo, che da Milano vorrebbe trasferirsi in Sardegna, ha parlato della “decrescita felice” come modello di sviluppo sostenibile e ha sottolineato l’importanza di attrarre startup e imprenditori in Sardegna. Ha proposto l’idea di una forma di supporto per coloro che desiderano trasferirsi in Sardegna e contribuire al tessuto sociale ed economico dell’isola.
Creazione di reti e connessioni: Sara, che vive nel Regno Unito e si è connessa da remoto, ha evidenziato la necessità di creare una rete solida e aperta per consentire alle persone provenienti da diverse esperienze di integrarsi e sentirsi parte della comunità sarda. Ha sottolineato che è compito di ciascuno accogliere e dare opportunità a coloro che scelgono di trasferirsi in Sardegna.
Salvaguardia della memoria culturale: Monica, anche lei trasferitasi in Sardegna anni fa per lavoro, ha presentato il suo lavoro nella salvaguardia della memoria delle comunità sarde e nella protezione dei documenti storici. Ha sottolineato la necessità di fare comunità e mettere a disposizione risorse e competenze per la promozione della cultura e della memoria sarda.
Promozione dell’arte e collaborazione internazionale: Francesco, del collettivo Maestrale e Federica, che sta svolgendo una residenza artistica a Campidarte, hanno sottolineato l’importanza dell’arte e della collaborazione internazionale come strumenti per immaginare nuovi modelli di sviluppo tecnico, economico e urbanistico. Hanno evidenziato il ruolo degli artisti nell’immaginare e andare oltre il visibile, portando nuove prospettive e idee per la società sarda.
Should I stay or should I go: Barbara, tornata in Sardegna dopo quasi vent’anni a Londra, ha affrontato diverse tematiche riguardanti la decisione di rimanere o tornare in Sardegna dopo un’esperienza all’estero. Ha evidenziato le difficoltà di riambientarsi e reintegrarsi in un tessuto sociale che è cambiato nel corso degli anni trascorsi lontano. Ha sottolineato come questo possa rendere difficile per le persone inserirsi senza avere la possibilità di incontrare persone con storie diverse e come eventi come “Ri-popoliamo” siano necessari.
Laboratorio di progresso reale: Alessandro, che ha recentemente “lasciato la città” per trasferirsi in un paesino della Sardegna, ha esposto la sua visione di Sardegna come laboratorio di progresso. Citando Ivano Fossati, ha sottolineato come “l’anima della gente funziona dappertutto come qui”, ma ha evidenziato alcune caratteristiche uniche dell’isola che possono essere valorizzate. Ha menzionato l’intelligenza collettiva presente nella comunità, sottolineando che molte cose possono mancare solo perché la Sardegna è un laboratorio in cui si sperimenta e si prova. Ha descritto la Sardegna come un luogo in cui è possibile ribaltare certe priorità, inclusa la relazione con il denaro e il materiale, e ha cercato concretezza nelle connessioni e negli spazi dove le persone possono connettersi facilmente.
Incontro delle culture e comunità miste: Riccardo, rientrato in Sardegna qualche anno fa con la sua famiglia internazionale, ha condiviso la sua esperienza di vivere all’estero e ha sottolineato l’importanza di creare un ambiente in cui bambini provenienti da diverse culture possano incontrarsi e creare comunità miste. Ha evidenziato che la diversità diventa uguaglianza quando ci riconosciamo tutti come esseri umani.
Coinvolgimento degli expat e integrazione: Chris, americano trasferitosi in Sardegna qualche anno fa, ha parlato del desiderio degli expat di contribuire e integrarsi nella comunità sarda. Ha evidenziato la presenza di molti expat desiderosi di far crescere i propri figli in una comunità accogliente e ha sottolineato l’importanza di creare opportunità di incontro e collaborazione.
Scienza, cultura e sviluppo: Riccardo, che dalla Sardegna racconta la sua professione e la sua passione in lingua Sarda, ha evidenziato l’importanza della scienza e della cultura come strumenti per lo sviluppo della Sardegna. Ha proposto l’organizzazione di incontri tra giovani scienziati internazionali per promuovere nuovi esperimenti e sfruttare l’energia presente nell’isola.
Donne imprenditrici e reti di collaborazione: Noemi, che ha fatto esperienze all’estero e ora vive nel Cagliaritano, ha raccontato di un programma realizzato in Spagna (e finanziato dall’UE) dedicato a donne imprenditrici e a cui lei ha partecipato. Il programma era volto anche a creare reti di collaborazione e attrarre persone e capitali in zone remote della Spagna. Ha proposto che qualcosa di simile venisse realizzato in Sardegna e sottolineato l’importanza di valori come l’inclusività e la sostenibilità per mantenere unita una comunità.
Turismo, agricoltura, e attenzione sulle aree interne: Paolo, anche lui rientrato in Sardegna anni fa dopo alcune esperienze fuori dall’isola, ha sottolineato come il fenomeno dello spopolamento, sebbene interessi l’intera isola, stia avendo un impatto più significativo sui piccoli paesi e sulle aree interne. He evidenziato il ruolo cruciale delle realtà che operano nel settore turistico per stimolare lo sviluppo delle aree interne dell’isola. Paolo ha anche enfatizzato l’importanza di coordinare gli sforzi dei giovani agricoltori e di valorizzare le produzioni aziendali, promuovendo la cultura alimentare e sostenendo la biodiversità locale.
Conclusioni
“Ri-POPoliamo” ha offerto un’occasione unica per chi parte, chi resta, chi torna, e chi arriva per la prima volta in Sardegna di incontrarsi, connettersi e conversare su come incoraggiare persone, idee, progetti e capitali ad arrivare, tornare o investire nell’isola. È emersa la volontà di creare reti solide e di collaborare. Occasioni come questa, e altre che avvengono in vari ambiti e zone della Sardegna, generano risultati che vanno oltre le aspettative individuali.
Queste connessioni e conversazioni tra il capitale umano della Sardegna rappresentano il cuore di NODI, che vuole contribuire a creare e abilitare una comunità internazionale e intergenerazionale di grande valore e potenziale.
Con NODI, e anche in partnership con altre iniziative, progetti, e portatori di interesse, continueremo a favorire lo sviluppo di una comunità e promuovere la connessione, l’apprendimento continuo e l’impegno. Il tutto con fiducia, rispetto e gentilezza – pilastri fondamentali delle relazioni autentiche.
Vorrei concludere ringraziando, anche a nome dei miei co-organizzatori, tutti coloro che hanno partecipato all’evento e hanno condiviso la loro energia e il loro entusiasmo.
Alla prossima!
Federico Esu