Newsletter n. 7

a cura di Federico Esu

Ciao,

Spero stia passando una settimana serena e soddisfacente.

Mentre lavoro ai prossimi episodi del podcast ITACA, continuo ad interfacciarmi regolarmente con gli ascoltatori e con i +60 ospiti avuti fino ad ora.

Qualche settimana fa, proprio nella chat dove ci ritroviamo con la rete di ITACA, una delle precedenti ospiti ha posto le seguenti domande:

“Quanto incide, secondo voi, il fatto di avere la famiglia in Sardegna? Secondo voi, per chi sta fuori, continueremmo a tornare cosi’ spesso se non avessimo la nostra famiglia in Sardegna? E’ la Sardegna in se’, oppure il luogo d’origine (e il significato che attribuiamo alla nostra “comunita’” sarda) ad avere un peso cosi’ forte?”

Fondamentalmente, chiedeva se il nostro rapporto con la Sardegna e il significato di casa cambierebbe se le persone che associamo ad essa non ci fossero (piu’). Chiedeva inoltre se, in questo caso, torneremmo altrettanto spesso (ovviamente scriveva dal punto di vista degli emigrati, che tornano in Sardegna una o più volte l’anno).

Questo e’ il genere di domande che io definisco potenti, in quanto capaci di stimolare riflessioni e confronti complicati ma necessari.

Sono domande che pongono in luce il legame profondo tra le relazioni umane e il concetto di casa. Ci costringono a riflettere su cosa sia veramente importante in un luogo: le persone o il luogo stesso?

Probabilmente anche tu ti sei posto/a questo genere di domande ad un certo punto della vita.

In ogni caso, diversi di noi hanno provato a rispondere a queste domande nella chat, e ho voluto anche condividerle con gli ascoltatori e con chi segue la pagina Instagram di ITACA.

Come al solito, ne e’ scaturito un mosaico di punti di vista e scambi di grande valore. Ad esempio, c’e’ stato/a:

  • Chi ha condiviso come avere la sua famiglia in Sardegna sia il motivo principale per cui torna frequentemente. Il suo legame familiare sembra essere un fattore determinante nel suo ritorno;
  • Chi ha sottolineato quanto sia profondo il suo legame con la Sardegna, anche se vive altrove. Basta sentire l’accento sardo in fila al check-in e vedere i volti delle persone per farla sentire a casa ogni volta che torna;
  • Chi riflette sul fatto che, con il passare del tempo, sente sempre di più la mancanza della Sardegna, non solo per la sua famiglia ma anche per il luogo stesso. Anche se tornerebbe, pensa che senza la famiglia lo farebbe meno frequentemente;
  • Chi presenta opinioni contrastanti sulla sua esperienza di tornare in Sardegna. Da un lato, la famiglia è un legame importante, ma dall’altro, la malinconia e l’ansia della partenza possono essere difficili da gestire. La presenza della famiglia può essere un’arma a doppio taglio;
  • Chi propone una riflessione sulla definizione di “casa” e sottolinea quanto il nostro stato emotivo e il nostro rapporto con la “terra madre” influiscono sulle nostre decisioni di viaggio;
  • Chi, da padre, sottolinea il ruolo cruciale della famiglia, e come la costruzione del futuro (per sé e per la sua famiglia) abbia influenzato la sua percezione di “casa.” Anche se la Sardegna gli manca, il suo orientamento è più rivolto al futuro;
  • Chi ha condiviso che la famiglia e i legami sono per lei fondamentali, ma si chiede se vivendo all’estero il rapporto con la Sardegna possa cambiare, diventando meno forte;
  • Chi ha condiviso la sua esperienza di crescere in Sardegna e come la presenza della famiglia abbia un impatto significativo su tutti i suoi ritorni dall’estero;
  • Chi, da madre, ha evidenziato l’importanza dei legami familiari e il desiderio di far conoscere le radici sarde a sua figlia, che e’ nata e sta crescendo all’estero;
  • Ancora, chi ha enfatizzato quanto la Sardegna sia per lei un luogo unico e insostituibile, e come la famiglia giochi un ruolo fondamentale nel suo legame con l’isola;
  • Chi ha condiviso che per lei il ritorno in Sardegna è più motivato dalla voglia di divertirsi e riconnettersi con gli amici, piuttosto che dai legami familiari;
  • Chi ha condiviso le sue riflessioni sul senso profondo del ritorno in Sardegna, che considera un legame quasi spirituale e intrinseco;
  • Chi ha approfondito il tema della “trasformazione dei sentimenti” legati al ritorno in Sardegna nel corso degli anni (da forza centrifuga a forza centripeta) e ha sottolineato l’importanza dell’identità, dell’humus socio-culturale e delle comunità nei tanti luoghi che ha abitato anche fuori dalla Sardegna.
  • Per alcuni poi, la presenza o l’assenza di persone amate influisce sulla loro percezione della Sardegna come “casa”.
  • Qualcuno ha anche condiviso storie personali di come le loro case siano cambiate nel tempo a causa di relazioni terminate o a causa di nuove connessioni.

Da queste preziose testimonianze, che certamente sono una goccia nell’oceano, mi sembra di capire che l’essenza di casa potrebbe essere intrinsecamente legata alla nostra esperienza personale e alla nostra connessione con il contesto che ci circonda.

Queste condivisioni dimostrano che “casa” è dinamica e mutevole, come siamo noi stessi. È un concetto in costante evoluzione, plasmato dalle esperienze e dalle persone che incontriamo lungo il cammino.

Per alcuni la casa è dove si trova il cuore. Ma il cuore può cambiare e adattarsi nel corso del tempo. Per alcuni non è importante dove sono nati o dove si trovano in questo momento della vita, ma come si sentono nel luogo in cui sono e con le persone che amano.

In questo caso, calza a pennello la celebre frase: “Casa non è dove sei nato/a. Casa è quel luogo da cui cessano tutti i tuoi tentativi di fuga”.

Queste riflessioni mostrano anche quanto sia complesso il rapporto tra casa, famiglia e luogo d’origine, e come le relazioni umane influiscono sul nostro senso di appartenenza e sul desiderio di tornare in un luogo che chiamiamo “casa”.

E se e’ vero, come ha scritto un membro della rete, che

“Forse e’ proprio il legame che l’isola, mamma premurosa ma anche dura, instaura con i suoi figli a determinare questa mancanza”

Allora è anche vero che chi torna (o vorrebbe tornare), “ricco/a dei tesori accumulati per strada”, non dovrebbe aspettarsi automaticamente “ricchezze” dalla stessa. O meglio, forse non le stesse ricchezze per le quali e’ partito/a, ma altre di cui ha acquisito consapevolezza durante il percorso.

Non e’ forse segno di crescita e maturita’ (e dell’aver capito “cio’ che Itaca vuole significare”) il sapersi porre in maniera diversa nei confronti dell’isola che, come una figura genitoriale, “ti ha dato il viaggio” e senza la quale probabilmente non ti saresti messo/a sulla strada? Per cui, come scrive Kavafis, in fondo “cos’altro ti aspetti?”

Sembra che io abbia le risposte e te le voglia necessariamente veicolare. Lungi da me. Anzi, se segui ITACA sai bene quanto mi piacciano le domande e un aspetto che ho apprezzato molto di questi scambi e’ proprio l’accettazione della difficolta’ di trovare una risposta univoca, valida per tutti.

Non sto nemmeno cercando di convincerti a tornare in Sardegna. Sarebbe irrealistico (anche se un po’ lo sogno, devo ammetterlo) e nessuno dovrebbe sentirsi “forzato” a tornare nel luogo d’origine. Con impegno, si puo’ fare tanto anche da lontano, valorizzando al meglio le connessioni umane e digitali.

Tuttavia, mentre ormai il piano e’ inclinato a favore delle partenze (per ragioni che non sto qui ad elencare), oggi e’ piu’ difficile convincere qualcuno a restare o tornare (per non parlare di arrivare per la prima volta!). E credo che questo meriti uno sforzo particolare, se teniamo al benessere della Sardegna.

In fondo, immagino che se segui il podcast ITACA e ricevi questa newsletter è perché ci tieni e ti ritrovi nelle riflessioni che accomunano i membri di questa community emergente.

Ti invito però ad esplorare ulteriormente come le relazioni umane possano influenzare il nostro legame con un luogo, e a condividere queste riflessioni con coloro che incontri durante il tuo viaggio.

Nel mio piccolo, non posso che augurarti di riuscire a trovare “casa” ovunque ti trovi (per piacere o per necessita’). Sembra che trovarsi a casa ovunque sia un’ovvieta’, ma credo che in fondo non lo sia.

 

Fammi sapere la tua, mi farebbe piacere.

Con affetto, 

Federico  

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